La radio, una delle invenzioni che hanno contrassegnato il secolo scorso, è nata dagli esperimenti dell'autodidatta bolognese Guglielmo Marconi, geniale inventore che alla fine dell'Ottocento riuscì ad inviare un'onda da una parte all'altra della sua stanza e nel volgere di qualche anno conquistò il Premio Nobel.
Una nascita poetica, frutto degli studi e degli esperimenti di Marconi Tesla, Hertz, Lodge, Righi e dei tanti altri uomini di scienza e di tecnica che resero possibile la creazione di apparecchi radiofonici e di canali radio attraverso i quali informarsi e divertirsi, oggi come nel Novecento.
La prima trasmissione via radio risale, infatti, nel 1906 ed è frutto dell'eclettico Reginald Fessenden che durante la notte di Natale fece ascoltare ai marconisti impegnati in una traversata dell'Atlantico la lettura di alcuni passi della Bibbia, con in sottofondo una sonata di violino.
Intrattenimento, cultura, compagnia, parole e musica: fin dai loro esordi le trasmissioni radiofoniche contenevano gli ingredienti del successo.
Negli Anni Venti nacquero poi i primi canali radiofonici con vere e proprie trasmissioni dedicate al largo pubblico e le radio iniziarono a trasmettere dirette politiche, a dare notizie e ad intrattenere con la musica.
Giunse, quindi, la Seconda Guerra Mondiale e le radio divennero strumenti strategici nel diffondere notizie, discorsi degli uomini politici e programmi volti ad intrattenere le famiglie che si riunivano attorno al nuovo focolare domestico.
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